“In merito alla notizia del decreto aiuti e della norma pensata per gli enti locali, è necessario fare chiarezza, onde evitare una lettura distorta”. Così l’assessore a Tributi e Finanze del Comune di Frosinone, Riccardo Mastrangeli.
Piano di risanamento: le parole di Mastrangeli
“Il risultato di amministrazione negativo (disavanzo) indicato nella tabella è un disavanzo complessivo che include anche il cosiddetto disavanzo ripartito, ossia quello sia del passaggio ai nuovi principi della contabilità armonizzata (disavanzo da riaccertamento straordinario) che la normativa ha previsto la sua ripartizione in un arco temporale di 30 anni, non solo per i comuni in piano di riequilibrio ma per tutti gli enti locali, anche quelli con avanzo libero.
Il valore di euro 28.217.318 indicato nella tabella include anche tale disavanzo ripartito. Dalla relazione dei revisori dei conti del conto consuntivo 2021 – certificato positivamente, senza alcuna condizione o raccomandazione – emerge il disavanzo complessivo dell’anno 2021 pari a euro 24.654.726,21. Il bilancio di previsione 2022-2024 prevede, dunque, l’ultimo recupero nell’anno 2022 pari a – 3.331.854,81, con chiusura del piano di riequilibrio con il conto consuntivo 2022 che sarà approvato entro il mese di aprile 2023”.
“Partendo, pertanto, dal disavanzo complessivo dell’anno 2020 indicato nella tabella avremo 28.217.318 –3.562.592 (recupero già ottenuto nell’anno 2021) – 3.331.855 (recupero inserito nel bilancio di previsione approvato nell’anno 2022) = 21.322.871 che è il disavanzo che la normativa ha previsto di recuperare in 30 anni per il passaggio alla contabilità armonizzata. La norma, se approvata dal Comune di Frosinone, avrebbe i seguenti effetti negativi: non si recupererebbe nei 5 anni previsti dalla normativa un disavanzo, ma si anticiperebbe la conclusione del disavanzo da riaccertamento straordinario utilizzato da tutti i comuni; il comune di Frosinone, in questo caso, unico in Italia ad utilizzare tale anticipazione del rientro dal disavanzo straordinario ripartito, chiederebbe ai cittadini una serie sacrifici senza ricevere nulla dallo Stato (a differenza dei Comuni Capoluogo di Regione come Torino, Napoli Reggio Calabria); aumento dell’addizionale comunale da 0,8% al 1% con un incremento delle entrate pari a 1,1 milioni di euro; riduzioni strutturali del 2% annuo degli impegni di spesa di parte corrente per i servizi istituzionali, generali e di gestione (ossia di minori servizi ai cittadini); una riduzione della spesa del personale”.
Alla luce di tutti questi elementi tecnico-contabili – ha concluso Mastrangeli – sono del parere che, nei 10 anni passati, i frusinati abbiano fatto già tanti sacrifici per ripianare i debiti delle amministrazioni precedenti. Oggi i conti sono in linea con il piano di riequilibrio, e con il suo recupero che sarà certificato con il conto consuntivo 2022, in cui il bilancio di previsione ha già anticipato e previsto il suo recupero. Oggi, siamo riusciti nell’impresa di risanare il bilancio grazie ad una gestione oculata, da buon padre di famiglia, sia delle entrate che delle spese dell’ente, senza incidere, in questi anni, sulla capacità del comune di fornire i servizi ai cittadini e di fare investimenti a favore della collettività”.