Frosinone – Il caso dell’influencer ciociara raccontato in anteprima dalla nostra Redazione nella mattinata di ieri – LEGGI QUI, è divenuto in poche ore virale. Tanto che Giulia Zangrilli ha cancellato il video “incriminato” pubblicato poche ore prima sul suo profilo Instagram. Ma il danno era ormai fatto. La giovane, dopo esser stata fermata dalle Volanti mentre, alla guida della sua auto, nella parte bassa del capoluogo, utilizzava lo smartphone, aveva rimediato una multa, la sospensione della patente e cinque punti decurtati. Così, aveva “ben” pensato di pubblicare il video nel quale definiva i poliziotti “frustrati e corrotti”. Nella mattinata di oggi, con una nota congiunta, sul caso sono intervenuti il Segretario Generale FSP Polizia di Stato e Dirigente della Squadra Volante della Questura di Frosinone, Gianluca Di Trocchio e il Segretario Generale Uil Polizia, Norberto Scala.
Gli agenti pronti a costituirsi parte civile
“Non sempre ai colleghi della Polizia di Stato, che, nonostante la cronica carenza di personale, con spirito di sacrificio, continuano senza se e senza ma a salvaguardare la tutela del cittadino, ponendo come priorità assoluta un’attività di prevenzione al fine di evitare i numerosi incidenti stradali, troppo spesso fatali per le persone coinvolte, vengono riconosciuti i meriti dovuti. Anzi, a volte accade addirittura esattamente l’opposto. Per esempio, un cittadino “distratto” tanto per usare un eufemismo, dopo essere stato multato dalla Polizia, per l’uso vietato del telefono cellulare durante la marcia, ha pubblicato sui social testualmente: “…ero al telefono con mia madre e la pattuglia mi vede nell’esatto momento in cui stavo per mettere il vivavoce e non per guardare il telefono …mi ferma e mi fa la multa di 250 euro, togliendomi la patente per 15 giorni. … mi hanno ritirato la patente e nelle ultime due settimane ho donato 450 euro di multe allo Stato italiano per risanare il debito pubblico italiano …poliziotti frustrati, che problemi hanno?” . – Scrivono i rappresentanti dei Sindacati in riferimento al video pubblicato dalla Zangrilli.
A tali frasi diffamatorie, e ai vari commenti pubblicati da altre persone in risposta al post di cui sopra, nella mattina odierna, gli operatori oggetto delle gravi accuse, hanno prontamente reagito provvedendo a relazionare l’ufficio di quanto accaduto. Infastidita, così come ha evidenziato sul social network, l’influencer ha esternato sul web la propria rabbia e insofferenza, con una violenza verbale che non poteva essere tollerata, definendo i poliziotti dei “frustrati”. Se tali affermazioni, venissero confermate, come sindacato dei Poliziotti, non appena l’Autorità Giudiziaria riterrà procedere ai sensi di legge nei confronti dei protagonisti della vicenda, provvederemo a dare mandato al nostro legale costituendoci parte civile a tutela dei nostri associati della Polizia di Stato“. – Aggiungono.
Scala e Di Trocchio si appellano al Questore
I Segretari della Uil Polizia, Norberto Scala e della Fsp Polizia di Stato Gianluca Di Trocchio evidenziano: “Non è la prima volta che appartenenti alle forze dell’ordine sono fatti oggetto di minacce, ingiurie, aggressioni e tanto altro. Ci appelliamo direttamente al Sig. Questore di Frosinone, Dr. Pietro Morelli, affinché si faccia portavoce di significative iniziative volte alla tutela di chi ogni giorno oltre ad essere insultato e in particolari circostanze persino malmenato, rischia la vita. Ma nonostante le diverse situazioni di pericolo, continua ad assicurare la presenza sul territorio al fine di garantire sicurezza ai cittadini onesti che continuano a pagare le tasse senza battere ciglio. Vorremmo ricordare al pseudo eroe, riguardo l’uso del cellulare alla guida, quanto segue: il 90% degli incidenti stradali è causato da cattive abitudini al volante e guardare il cellulare mentre si guida equivale a guidare bendati. In proposito vorremmo ricordare che i poliziotti non sono sulla strada a raccattare soldi solo per fare multe: ogni giorno, proprio quegli operatori che ha ritenuto bene di insultare, iniziano il servizio partendo dal controllo dei pullman adibiti a gite scolastiche, dove bambini, ragazzi e accompagnatori, diretti verso zone di culto e di cultura, sono esposti ai rischi legati all’inefficienza dei mezzi di trasporto, causa purtroppo, così come riferito dalla cronaca, di gravissimi e luttuosi incidenti stradali. Inoltre, vorremmo farle notare che, invece di farsi trasportare dalla rabbia del momento, avrebbe dovuto ringraziare le forze dell’ordine: una multa può essere un deterrente per indurla a non utilizzare in futuro il cellulare durante la marcia, evitandole così situazioni di pericolo per lei e per altri ignari cittadini. Altra considerazione: vorremmo rivolgerci direttamente allo pseudo eroe ricordando che proprio quei poliziotti che ha ritenuto insultare, tante volte hanno permesso ai figli di tornare a casa a riabbracciare i genitori. Magari con la patente ritirata; a volte a piedi perché erano stati fermati per il tasso alcolemico superiore al consentito che non li metteva quindi in condizione di proseguire la guida; ma è grazie a questi controlli che sono tornati a casa”. Poi Scala e Di Trocchio concludono che “se c’è stato qualcuno nella circostanza “frustrato” è proprio la persona che ha ritenuto insultare i poliziotti, perché diversamente avrebbe dovuto scusarsi”.