Nell’ambito della manifestazione “Vino in festa” si è svolto domenica 10 luglio presso il teatro Esperia, un interessante convegno sul tema dell’importanza del Cesanese nello sviluppo del territorio. Tema centrale l’Agricoltura sostenibile ed Enoturismo.
Dopo l’introduzione del presidente della Proloco Oscar Schifalacqua, i saluti istituzionali del Vicesindaco e Assessore alla Cultura e al Turismo Valentina Adiutori e l’intervento dell’Assessore all’Agricoltura Eleonora Campoli che ha moderato il convegno, è intervenuta la presidente nazionale di “Donne in Campo” Pina Terenzi : «Come “Donne in Campo”, associazione componente di CIA agricoltori italiani, che ho l’onore di rappresentare ormai da tempo, mi piacerebbe portare alcuni spunti di riflessione su ciò che potremmo andare a considerare partendo dall’analisi dell’ultimo censimento dell’agricoltura. Dai dati emersi risulta che ci sono meno aziende agricole, ma più grandi con nuove forme di gestione dei terreni. A ottobre 2020, come censito nel dettaglio Istat, risultavano attive in Italia 1.133.023 aziende agricole e la loro dimensione media è più che raddoppiata: la Superficie Agricola Utilizzata (Sau) è passata da 5,1 a 11,1 ettari medi per azienda. Vero è che resta l’impronta familiare, così come cresce l’utilizzo della manodopera familiare ed in particolare la manodopera femminile perché, di contro, c’è la grande piaga della difficoltà di reperimento di manodopera soprattutto per i lavori stagionali che sono fondamentali per le nostre aziende di cui cresce la dimensione media e sarà sempre più difficile gestirle. L’olivo ancora in testa, come la più diffusa delle colture legnose, insieme alla vite. Attività che noi conosciamo bene perché riguardano il nostro territorio e sappiamo quanta manodopera occorre. La vite, attualmente, riguarda circa 255mila aziende, il 23% del totale, per una superficie pari a oltre 635mila ettari. Quindi un elemento importante per il comparto vinicolo. Altro elemento rilevante che sta caratterizzando le nostre aziende agricole è la multifunzionalità.
Nel 2020 cresce la quota di aziende che hanno diversificato l’offerta, dedicandosi ad altre attività remunerative. Le aziende che hanno scelto la diversificazione sono poco più di 65mila aziende, il 5,7% delle aziende agricole del 2020 (4,7% nel 2010). Tra le attività connesse, le più diffuse sono l’agriturismo, praticato dal 37,8% delle aziende con attività connesse. E’ questa l’agricoltura italiana nel primo scatto mostrato, oggi, dal 7° Censimento Generale Istat, svolto tra gennaio e luglio 2021, con riferimento all’annata agraria 2019-2020, e figlio della lunga emergenza pandemica. Ovvio che i dati devono ancora essere esaminati in profondità e studiati ma da un primo approccio capiamo già quale potrebbe essere il futuro del comparto agricolo e su cosa potremmo concentrarci. Oggi dobbiamo prendere atto che l’agricoltura sta subendo profondi e veloci cambiamenti e gli agricoltori sono chiamati a rincorrere questi cambiamenti con lo sforzo incredibile di assicurarsi un reddito per sopravvivere. Gli agricoltori italiani, ed in particolare le donne in agricoltura, hanno accompagnato la loro propensione alla multifunzionalità.
“Donne in Campo” in questi anni si è impegnata a diffondere una visione al femminile che vede nella tutela delle risorse non rinnovabili un vero progresso in termini di sostenibilità e nell’innovazione ‘culturale’ il modo migliore, accanto a quella tecnologica, per rimanere aperti al futuro. In più la presa d’atto dell’esistenza di “più agricolture” e della loro coesistenza. Ci vogliamo cimentare in nuovi compiti quali: produzione di energia e sono arrivati gli strumenti con le agroenergie ed i parchi agrisolari, la produzione di piante aromatiche per l’industria farmaceutica ed erboristica di cui potremmo iniziare a parlare seriamente visto la nuova legge sulle officinali, la coltivazione e cura delle foreste per combattere i cambiamenti climatici recuperando aree devastate e piantare nuovi alberi, educazione dell’infanzia, turismo e benessere. Cerchiamo di vedere l’agricoltore del futuro come un vero produttore di benessere e di salute».
A seguire, l’intervento della geologa Cristina Pratesi, che ha fatto una descrizione accurata della morfologia e delle caratteristiche geologiche del nostro territorio che è per conformazione, caratteristiche del suolo e condizioni climatiche naturalmente vocato all’ agricoltura ed in particolare alla coltivazione della vite e dell’ olivo. Peculiarità che hanno fatto sì che fosse oggetto di studio da parte dell’università di Roma Tre e che venisse scelto come sede per l’istituzione di un Istituto Tecnico Superiore ad Olevano Romano che ha come obiettivo la formazione post scuola secondaria dei futuri operatori del turismo.
L’intervento conclusivo è stato quello di Claudia Bettiol, fondatrice di “Discover Places” e da poco imprenditrice agricola, che ha sottolineato l’importanza di fare formazione degli operatori sul e del territorio insieme alle aziende agricole già molto preparate in materia di promozione e diffusione, così da poter promuovere i prodotti, come il vino e l’olio, ma anche tutte le altre eccellenze raccontando non solo le caratteristiche , ma la storia di quel prodotto, creando emozioni al turista che, avvolto da esperienze piacevoli e positive, è invogliato a tornare.
«Il turismo e l’economia locale ripartono dalla formazione e dal turismo esperenziale. Un ruolo centrale in questo processo è svolto dal “Vino Cesanese. Una tavola rotonda ben riuscita che rappresenta solo il primo di tanti appuntamenti e progettualità future e che auspichiamo possa rappresentare anche un segnale di ripartenza e rinascita. Ringraziamo tutti gli partecipanti per gli interessanti contributi forniti». Questo il commento del Vicesindaco Adiutori e dell’Assessore Campoli.