Le immagini testimoniano il disagio vissuto dai residenti di una palazzina Ater in via Po a Frosinone, in particolar modo è un ragazzo affetto da disabilità motoria a subire maggiormente la problematica: ormai da diversi mesi prigioniero in casa perché l’ascensore è guasto, fermo, non funziona. L’Ater ha fatto i suoi sopralluoghi, ha sbarrato l’impianto di elevazione verticale ed informato i condomini in tal senso. L’ascensore dovrà essere sostituito ma gli interventi di riparazione tardano a partire, puntualmente rinviati di volta in volta, ad ogni sollecito.
Un caso grave, scandito dalla mancanza di attenzione e sensibilità da parte delle istituzioni. Il giovane è, di fatto, costretto a non poter uscire in quanto impossibilitato a scendere ed a condurre una vita normale. La famiglia ed i vicini di casa hanno più volte insistito con l’Ater, anche attraverso l’amministratore, il quale non fornisce altra risposta se non che la sostituzione dell’ascensore sarebbe “in programma”. Nel frattempo i giorni passano ed il disagio si trasforma in isolamento forzato, viene leso un diritto fondamentale dell’individuo, privato della libertà di potersi muovere.
«Non è più accettabile che nel 2025 una persona disabile debba restare chiusa in casa per mesi, per colpa di ritardi e burocrazia. Abbiamo bisogno di risposte concrete, ora», è l’appello dei residenti che aggiungono: «L’ascensore non è un servizio accessorio, è un elemento essenziale per garantire inclusione e pari opportunità. Ci uniamo alla voce della famiglia e dei cittadini per chiedere con forza che l’Ater e tutti gli enti coinvolti intervengano con urgenza. Basta rinvii: non si può più aspettare».


